Per decine di secoli hanno vissuto indisturbati,
tranquilli e senza recare danno a nessuna persona, sulle rive di fiumi
africani, americani ed australiani. Come facilmente si intuisce dal titolo si sta
parlando dei coccodrilli. Sono tra gli animali più affascinanti di questo
nostro pianeta malato che li ha relegati alla fascia di predatori, pericolosi
anche per l’uomo.
Considerati tra i più cattivi, alla stregua degli
squali o dei leoni, con i quali hanno veramente ben poco in comune, come
afferma anche il dottor Francesco Inteso, detto Fra’, nell’intervista
rilasciata al giornale “Echi Muti”, il 29 febbraio ’06 : “Sono parecchio
differenti leoni, coccodrilli e squali: i primi sono mammiferi terrestri,
felini per la precisione, i secondi sono rettili piuttosto grandi, mentre gli
ultimi sono enormi pesci. […]”. Da queste sconcertanti rivelazioni dell’illustrissimo
biologo si intuisce, leggendo tra le righe, che i coccodrilli non sono neanche
lontanamente paragonabili agli altri due predatori. Tutti concorderanno nel
dire per di più che squali e leoni sono di gran lunga più pericolosi. Sembra veramente
difficile credere che un animale che per millenni è stato considerato mansueto,
tranquillo e solitario, a partire dal XIX secolo si sia trasformato in un
mostro in gradi di distruggere vite umane. È contro ogni logica. Si legge
inoltre nel trattato “Su gli animali sconosciuti agli Etruschi” di Claudio
Kante, e pubblicato da Tumul nel maggio 1973, che “molti animali esotici, quali
coccodrilli […], erano […] del tutto sconosciuti alla popolazione etrusca. Addirittura
nessuno sospettava della presenza di una bestia simile.” Per questo motivo i
cari coccodrilli non possono essere considerati così cattivi come l’opinione
pubblica vuole farci credere. D’altronde se un animale non è conosciuto è come
se non esistesse, e se non esiste come può far del male a qualcuno?
Tuttavia una larga schiera di accademici, tra cui
zoologi, poeti, astronauti e anche qualche avventuroso biologo, primo su tutti
Peter Pater, redattore, tra le altre cose, di “Anacronismi”. Si legge infatti
nell’editoriale del primo aprile 2001 che “le bestie erano solite spolpare in
pochi secondi, malcapitati bambini egiziani, intenti a giocare sulle rive del
Nilo”. Si può comprendere come un giornalista abbia voglia di scherzare in quel
giorno, non lo si può fare in questo cattivissimo gusto però. Alcune cose non
andrebbero dette neanche per scherzo. Ed inoltre Pater dimentica che non ci
furono testimoni oculari per quei fatti, e che alcuni di quegli animali vennero
scagionati per mancanza di prove ed altri per legittima offesa.
Inoltre molti scrittori si stupiscono di come tali
animali possano essere considerati cattivi. Si legge, infatti, nel saggio a
carattere satirico-provocatorio “Discrepanze tra il suono delle parole ed il
loro significato”, di Ilario Vocabo: “Prendendo come esempio la parola “coccodrillo”
ed estrapolandone solo il suono […] sembrerebbe difficile associarlo a qualcosa
di diverso da un coccodrillo. Infatti la parola è dolce, piacevole a
pronunciarsi, mentre quello che indica […] lo è […]. In un mondo ideale in cui
la parola ed il suo significato corrispondono, di sicuro l’animale […] avrebbe
lo stesso nome.” Un vero e proprio scempio quindi che un animale così bello,
così nobile con un nome così evocativo, sia visto di cattivo occhio e
considerato uno dei più pericolosi sulla terra. Concludendo si può riportare
quanto si legge in “Le Ggende, Metropoli e Tane” in un articolo del lontano
luglio 2004, dove viene intervistato Mario l’idraulico. “So' ormai quasi trent’anni
che faccio 'sto lavoro,” dice Mario, “e mai, dico mai, manco 'na vorta m’è
capitato de ‘ncontrà n’coccodrillo n'a fogna, e sì che io de fogne ne conosco.” Grazie
a quest’autorevole intervento si può quindi escludere anche la presenza dei
cosiddetti “alligatori nelle fogne”, che molte volte ci hanno tenuti svegli,
nelle lunghe notti. Forse coloro che continuano ad insinuare la loro presenza,
infangando (è proprio il caso di dirlo), l’onore di questi animali, dovrebbero
iniziare a fare un esame di coscienza ed imparare a non ingiuriare gli altri
solo per il gusto di farlo. Quanti altri tentativi dovranno essere vanificati
prima che la verità venga “a galla”? Ecco quindi un altro esempio di come la
cattiva informazione plagi le menti più deboli e spinga a credere a ciò che si
vuole far credere.
Fonti:
11) “Sono
parecchio differenti leoni, coccodrilli e squali: i primi sono mammiferi
terrestri, felini per la precisione, i secondi sono rettili piuttosto grandi,
mentre gli ultimi sono enormi pesci. Tuttavia sono tutti e tre ottimi esempi di
predatori.”
Francesco Inteso, Echi Muti, 29/02/2006
Francesco Inteso, Echi Muti, 29/02/2006
22) Tantissimo
tempo fa, molti animali esotici, quali coccodrilli Ben noti agli egizi,
costretti a combattere alle rive de Nilo con la loro impetuosità, erano invece del
tutto sconosciuti alla popolazione etrusca. Addirittura nessuno sospettava
della presenza di una bestia simile.
Claudio Kante, “Su gli animali sconosciuti agli Etruschi”, casa editrice “Tumul” maggio 1973
Claudio Kante, “Su gli animali sconosciuti agli Etruschi”, casa editrice “Tumul” maggio 1973
33) “Prendendo
come esempio la parola “coccodrillo” ed estrapolandone solo il suono non sembrerebbe
difficile associarlo a qualcosa di diverso da un coccodrillo. Infatti la parola
è dolce, piacevole a pronunciarsi, mentre quello che indica non lo è affatto. In
un mondo ideale in cui la parola ed il suo significato corrispondono, di sicuro
l’animale non avrebbe lo stesso nome.”
Ilario Vocabo, “Discrepanze tra il suono delle parole ed il loro significato”, casa editrice “Grazia, Graziella e…” gennaio 1895
Ilario Vocabo, “Discrepanze tra il suono delle parole ed il loro significato”, casa editrice “Grazia, Graziella e…” gennaio 1895
44) “I
coccodrilli sono animali molto pericolosi, sin dai tempi degli egizi: infatti le
bestie erano solite spolpare in pochi secondi, malcapitati bambini egiziani,
intenti a giocare sulle rive del Nilo”
Peter Pater, “Anacronismi”, 01/04/2001
Peter Pater, “Anacronismi”, 01/04/2001
55) “So
ormai quasi trent’anni che faccio sto lavoro, mai, dico mai, manco na vorta m’è
capitato de ‘ncontrà n’coccodrillo na fogna, e sì che io de fogne ne conosco.”
Mario l’idraulico, “Le Ggende, Metropoli e Tane”, luglio 2004
Mario l’idraulico, “Le Ggende, Metropoli e Tane”, luglio 2004
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