martedì 10 luglio 2012

Estate


Una fontanella d’acqua nel centro storico, giocare con gli amici sulla spiaggia, fino alla sera. Piazza del Popolo dall’alto, col cielo infuocato di mille sfumature. Lo stridulo rumore delle posate che grattano sui piatti della gente che cena in veranda. È il sudore dell’amante che si mescola al tuo. È la canottiera che ti graffia la schiena dopo una giornata al mare. Una zanzara che ti sveglia nella notte per chiederti da bere. È il sollievo dal terrore che la sveglia non abbia suonato, una volta scoperto che sono le 10; una serata al pub con amici, birra e belle ragazze che non ti si filano. È annerire le figure, al tramonto, sul mare, in lontananza.
Non è vacanza, sole, mare, caldo. Non è un gelato che si scioglie, non il falò di ferragosto e neanche una piscina azzurra. Non sono ragazze che si sdraiano a prendere il sole, ma la mano che tieni alla fidanzata mentre ti riposi dopo pranzo sul divano. Non è il sudore che continua ad irrigarti la schiena, ma un campo di girasoli che si stanno per seccare. È un libro di uno studente che impreca. È il libro di un altro che si appassiona. Non è la luce fino alle 9, ma l’alba alle 5.

È un tramonto verso il mare, visto da lontano, che scolora le figure.
È  l’odore di pèsca e di pésca al mercato la mattina presto.
È il fischio del vento che porta un po’ di sollievo.
È la pelle bagnata dell’amante dopo l’amore.
È un enorme castello di sabbia, costruito sporcandosi tutti, ma destinato a crollare.

È l’estate.

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