lunedì 5 novembre 2012

I brividi…


Sarà stato il primo freddo che mi ha colto di sorpresa all’uscita del treno, o il pensiero di una giornata particolarmente piacevole, oppure ancora ripercorrere la strada del mio paese, fatta tante volte da bambino e a cui sono ancora molto affezionato; altrimenti può essere stato quel tepore che usciva da quel locale, con quella luce che sembrava quella di casa, in contrasto col freddo della sera, poco prima dell’ora di cena. Tra tutte le opzioni penso proprio che fosse l’ultima. Nessuno può rimanere indifferente a quella scena, così intima e familiare, dolce e anacronistica, e che mi ha fatto tornare, se non indietro di anni, almeno alla mente ricordi che sembravano sepolti sotto uno strato durissimo di stress,interessi diversi e noncuranza.


Quando si rimane incantati da qualcosa, la si vuole guardare per più tempo possibile, da angolazioni diverse e in tutti i modi possibili, per cogliere tutti particolari di quella scena, per farcela ritornare in mente in momenti in cui abbiamo bisogno di essere confortati da un pensiero felice. A volte addirittura vorremmo fermare il tempo per gustarci costantemente i momenti più dolci e belli della nostra vita. Vorremmo vivere per sempre quelle emozioni, quasi fossimo sicuri che non ci saranno altre occasioni per riprovarle, o che comunque ne abbiamo un numero limitato, dimenticandoci del fatto che sia proprio il loro essere saltuario che le rende così speciali.

Quella volta però per me non è stato così: mi è bastato un secondo per accorgermi di quanto quella situazione fosse una perla da cogliere al volo (e scrivendo queste frasi mi ritornano ancora i brividi); l’ho capito da quello zerbino di luce posto davanti al locale, sul marciapiede, che non faceva altro che invitare a guardare cosa ci fosse all’interno; dalla differenza di quella luce sicura con quella traballante e anonima del lampione che cercava di illuminare la strada;dalla voce rassicurante di una signora che spiegava dolcemente qualcosa al nipote e che superava, non per volume ma per intensità, il sibilo del vento che correva per la strada e che trascinava via con se tutti gli altri suoni.
  Mi è bastato un secondo, per girarmi a guardare,mentre camminavo, per cogliere tutti i dettagli, che sono ancora impressi nella mia mente e che custodirò gelosamente. Un negozio di alimentari con una Nonna dentro che faceva i compiti col nipotino. Una scena da cartolina, da pubblicità della Coca-Cola, ma vera. E ai miei occhi è sembrata avvolta da una nuvola ovattata, come se avesse bisogno di essere protetta dal tempo che la destina a perdersi, inevitabilmente.Scene così devono essere preservate, perché basta ancora poco, un ricordo, un sorriso per rallegrarci la giornata.

Sarà stato lo shock di scendere dal treno e trovare quel freddo, o il vento che  mi soffiava indifferente negli occhi, o forse il pensiero che esistano ancora scene del genere (e spero mai finiscano), che ha fatto uscire una lacrima dai miei occhi…

Nessun commento:

Posta un commento