Ci
tengo a precisare che tutto di quello in cui parlo in questo post vorrei
passasse come una sorta di scherzo, mentre parlo con un tu immaginario nel
quale potreste facilmente (?) riconoscervi. Ci tengo inoltre a dire, onde
evitare spiacevoli incomprensioni (mi scoccia doverlo fare, ma non tutti sono
abbastanza intelligenti da capire quando si scherza, si prende in giro con
intenti ironici e quando invece lo si fa con malizia) che tutto quanto non fa
riferimento a fatti o persone in particolare, ma prende spunto, molto alla
larga, da esperienze personali mie e di qualcun altro che ha avuto a che fare
con situazioni che qui definisco da sfigati. Scusate il prologo, ma ogni tanto
bisogna essere chiari.
Ah,
è al maschile ma siete liberissimi di interpretarlo nel genere che preferite.
La cosa divertente di twitter è la facilità con cui
si riesce a creare una rete di pseudo amicizie con persone delle quali non si
conosce nemmeno la voce. Decidi di seguire qualcuno facendo affidamento sulle
ultime cose che ha scritto, che esse siano verità assolute, idiozie, ironie un
po’ british o, il più delle volte, una buona mescolanza di tutte e tre. Ma,
prima di tutto ciò, la cosa più naturale che ti viene da fare è guardare la
foto. Ti piace? Sì. Allora, secondo te, ti piacerà anche la persona che
rappresenta e quello che scrive? Ovviamente, cosa c’è che non va?!
Da quel momento inizia un valzer di interazioni, un
ballo lento ed inesorabile che fai con lei: parli con quella foto, ci scherzi,
qualche volta addirittura flirti con lei, come è normale che sia.
Per uno strano meccanismo metonimico iniziamo ad associare quella foto a tutta
la persona, tanto che, se un giorno dovessimo incontrare quelli che seguiamo,
vorremmo far indossare loro una busta di cartone in testa con attaccata quella
precisa foto. Così, per non sbagliare. Ci mettiamo dentro pure qualche altro
scatto preso da Instagram, giusto per avere un quadro un po’ meno inquietante
di un manichino con attaccata una foto.
Tutto procede nella più assoluta normalità, fino a
quando non inizi a leggere i tweet di un certo utente che frequenti più spesso,
nel modo sbagliato. Tutti i suoi tweet che leggi sono rivolti a te, e no, non
c’è modo di convincerti che non sia così. Non ce so’ cazzi, ce l’ha con te.
Quei tweet sono proprio per te, lo sta scrivendo a te e a nessun altro
all’infuori di te, prima te ne convinci e meglio stai. Così si inizia ad
instaurare un tarlo nella tua testa che ti fa pensare che magari la foto in
questione vorrebbe più che cazzeggiare su twitter. Il tarlo scava nel cervello
di sughero, e in 10, massimo 15, minuti ti convinci - e ti convince - che quel
manichino con un’istantanea sulla testa vuole di più che semplicemente
cazzeggiare su twitter. Ma cosa c’è di strano? In fondo non fa che lamentarsi
del fatto che sia single, che vuole un ragazzo, che il Grande Consiglio degli Scopatori
gli ha ri-conferito la verginità ad honorem, che non se la fila un cazzo di
nessuno, allora magari ce casca.
E invece no, sei tu che ci caschi, e con tutte le
scarpe, quelle belle che hai pure messo su instagram.
Ti meriti una nomina come adepto del Club degli Sfigati del twitter. Ed è inutile che ti lamenti, ci sei cascato ed
adesso ci rimani. Sei rimasto intrappolato dal meccanismo reticolato e
allucinato del twitter che prende utenti che hanno bisogno di qualcosa ed
estremizza la loro situazione, facendoti credere che sia tutto oro colato quel
che stai leggendo. Dai addirittura per scontato che lo sia. Sai che quello che
c’è scritto è un’esagerazione, ma il tuo cervello la elabora come verità. Credi
ad ogni parola, ti fidi di tutti, daresti le chiavi di casa a quel tipo tanto
caruccio co’ quella foto in bianco e nero che je se vede solo metà faccia ma se
capisce che è un bravo regazzetto; affideresti il tuo cane a quella che t’ha
commentato su instagram “Ma che bel cucciolone! Come si chiama??” anche se il
suo screen name fosse @crudeliademon666; scoperesti con quella con la foto
ultra filtrata coi capelli verdi e i tatuaggi sulle dita che t’attizza tanto e
che ha appena scritto che c’ha tanta voglia de scopà. Ti faresti leggere la
Divina Commedia in inglese da qualcuno che come voce ha il ticchettio dei tasti
del computer o dell’iPhone.
E diventi geloso poi, uh se diventi geloso. Geloso che neanche se la tua
ragazza vestita un po’ provocante fosse entrata nel bagno dei maschi di uno
strip club per sbaglio. Diventi geloso per ogni cazzata. Sì perché “adesso ‘sta
cosa che ha scritto pe' chi è? Io non posso esse, mica me faccio mette lo smalto
sui piedi ai pigiama-party, deve esse ‘naltro, CE DEVE AVE’ UN ALTRO!”. Ma tranquillo, chiunque
sarebbe geloso. Ma non te ne frega niente: lei sta pensando ad uno che c’ha la
foto più bella della tua. E non sia mai che questo ricambi! Apriti cielo,
andresti su tutte le furie. E poi che pic c’ha questo? Co sto filtro seppia che
sembra il colore della merda. Già lo odi perché c’ha ‘sta foto finto artistica
con lo sguardo che vuole essere intrigante e divertente e sembra più figo di
te, poi se ci prova pure con quella che fino a l’altro giorno scriveva solo per
i tuoi occhi, è la fine. È stanco di vivere, pensi. Ma tanto lo sanno tutti che
nella realtà sei più bello di lui, stai tranquillo. Sei geloso da far schifo e
glielo farai presente col tuo prossimo tweet, oh se glielo farai presente. Senza menzioni dirette ovviamente, mica
vorrai fare la figura di quello così sfigato che gli piace una del twitter; e
tanto lo capirà che stai parlando di lei, no? È evidente, non può non capire.
Diventi geloso senza averne motivo né diritto.
Diventi geloso di una fotografia, che molto probabilmente non si mostra neanche
al naturale.
Sei deluso, amareggiato perché avevi intravisto
un’opportunità e per qualche motivo non si è realizzata. Ti eri convinto di
volerci fare qualcosa, che anche lei volesse, che stesse cercando un modo
facile e conveniente per dirtelo o fartelo capire. Eri certo che lei avesse
capito cosa le stessi dicendo. Ti sei fatto coinvolgere perché evidentemente
non riesci a farti coinvolgere in altri modi. Avevi bisogno di sentirti
apprezzato anche tu, anche se in questo modo. Forse perché ti piace più il modo
di vivere assurdo, sfrenato, psichedelico ed estremo del twitter; forse perché
non ti senti abbastanza apprezzato quando non sei una bella fotografia ritoccata;
forse perché sei stufo che la gente non riesca a capirti ed apprezzarti e
cerchi un modo semplice e veloce di farti capire ed apprezzare. E sfruttare.
Hai visto alla lente di ingrandimento qualcosa,
credendo che fosse a grandezza naturale, e quando poi ti hanno tolto quella
lente ti sei reso conto di quanto insignificante fosse tutta la tua proiezione
mentale. Unilaterale più che insignificante.
Avevi bisogno
di attenzioni? Complimenti per aver utilizzato twitter.
Grazie Kella.