venerdì 3 ottobre 2014

Cattivo amico per amici incredibili

Quando ho visto che mi avevate scritto ho provato un misto di sensazioni contrastanti: da un lato ero davvero molto contento di risentirvi ed avere addirittura la possibilità di rivederci, ma dall’altro mi sarei voluto sotterrare dalla vergogna e dall’imbarazzo. Imbarazzo per essermi comportato da perfetto stronzo, dimostrandovi ben poco l’amicizia che invece voi molto spesso avete messo nei miei confronti, perché sono sparito per quasi 8 mesi così dal nulla senza nemmeno spiegarvi la mia difficoltà; ed enorme vergogna, perché chissà se e quando avrei trovato il coraggio di cercare il vostro nome sulla rubrica del telefono per scrivere un messaggio, anche stupidissimo. Avevo anche un po’ paura di rincontrarvi, perché chissà cosa avreste pensato di me, mi avreste odiato? Giudicato?  Trattato di merda come mi sarei anche meritato?


Ho passato la prima ora con le braccia conserte, sulla difensiva, col terrore che prima o poi mi arrivasse un giustificatissimo attacco personale, al quale non avrei potuto rispondere che con un banalissimo e sottomesso “avete ragione”. Ma niente, non è arrivata nemmeno una frecciatina, un’allusione, solo qualche domanda interessata, detta tra i denti quasi aveste avuto voi paura di far del male a me toccando con delle semplici parole un tasto dolente o qualche nervo ancora scoperto. Incredibile come basti un accenno di comunicazione non verbale per farti capire quanto qualcuno possa conoscerti. Incredibile quanto mi conosciate bene, forse meglio addirittura di quanto mi conosca io. Mi è bastato dire un “grazie per avermi invitato” per farvi capire quanto mi sentissi a disagio ed in difficoltà nei vostri confronti, un inetto affettivamente paragonato a voi. E voi avete capito in un secondo, ma forse meno, quanto mi sentissi imbarazzato e stupido, forse anche da come l’ho detto, dal tono della mia voce, dallo sguardo che avevo. Vi è bastato sentire quella semplice frase per farvi dimenticare tutto ed avere la certezza che fossi realmente addolorato per essermene andato senza avvertire nessuno. Vi è bastato per capire che avevo bisogno di risentirvi e rivedervi, ma imbarazzo ed autocritica non mi facevano azzardare a provarci, sicuro che non mi avreste mai perdonato. Ed il vostro “no grazie a te per essere venuto” mi è bastato per capire che avevate compreso la mia difficoltà e che non me ne avreste mai fatto una colpa.

Mi ha emozionato pensare a questo, a quanto bene mi avete voluto nonostante tutto. Tutti i “ci sei decisamente mancato” come intermezzo delle risate, i “non ti azzardare ad andartene di nuovo” detti sotto l’effetto dell’alcool. “Il fatto che tu sia qui è già un bel regalo” detto sottovoce notando il mio imbarazzo mi ha costretto a nascondere gli occhi che stavano iniziando ad inumidirsi. Ed ancora lo fanno ora che lo scrivo. Tutti piccoli gesti che mi hanno fatto sentire un formica, e che mi hanno fatto chiedere dove fossi stato per tutto quel tempo.


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